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LA LEGGE 30
Il cambiamento di approccio nel delicato settore dei diritti dei malati oncologici ha una simbolica data d’inizio: è il 2003 quando, per la prima volta, all’interno della Legge 30 (meglio nota come Legge Biagi) viene inserita una norma che, per la prima volta in Italia e in Europa, prevede la possibilità, per tutti i malati di cancro che lavorano nel settore privato, di chiedere e ottenere la temporanea trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in un rapporto a tempo parziale, per poi tornare all’orario completo una volta superata la fase critica della malattia.
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Mercoledì 25 marzo 2009 una delegazione della FAVO (ANDOS, AILAR, AISTOM, FINCO, ARVMV) e AIMAR (Associazione Italiana Malformazioni Ano Rettali) guidata dal Vice-presidente nazionale il Cav. Francesco Diomede, è stata ricevuta in audizione dal Dr. Del Favero, segretario del Ministro Sacconi.
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di Cristina Ferrario
La diagnosi precoce, i miglioramenti delle tecniche chirurgiche e farmaci sempre più efficaci hanno fatto aumentare notevolmente il numero delle persone guarite dal cancro o che, dopo opportune terapie, con il cancro convivono per molti anni. Solo nel nostro Paese le persone con un’esperienza di tumore sono oltre un milione e 700 mila e nei prossimi anni queste stime sono destinate a crescere: nel 2010 si supererà la soglia dei 2 milioni. È cambiata dunque la prospettiva: il malato oncologico non è più una persona che deve pensare solo a sopravvivere alla malattia, ma un individuo che deve avere la possibilità di continuare a vivere una vita di qualità sotto tutti i punti di vista, da quello clinico a quello psicologico e sociale.
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Il Consiglio dei Ministri ha comunicato che la Giornata Nazionale del malato oncologico, indetta con direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 19 gennaio 2006 per la prima domenica di giugno di ogni anno, a causa delle consultazioni elettorali previste per la stessa data, sara' quest'anno anticipata a domenica 3 maggio.
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di Vera Martinella
Lungo-sopravviventi o «survivors» (sopravvissuti), è così che ci chiamano i medici. Certo, già la parola è un po’ inquietante. Come dire, una garanzia che il cancro non te lo scordi più, se ti va bene “gli scampi”. Ma le cautele, prima di darti la medaglia di guarito, sono tante, tantissime…».