Inizierà nelle prossime ore, in Commissione Bilancio al Senato, l’esame della legge di conversione del DL “Cura Italia”, emanato lo scorso 17 marzo per attivare una serie di misure di potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese, in relazione all’emergenza da COVID-19
Fra gli emendamenti in discussione, ce ne sarà uno proposto da FAVO all’articolo 26 della legge di conversione, che concerne “misure urgenti per la tutela del periodo di sorveglianza attiva dei lavoratori del settore privato”.
In particolare, l’emendamento proposto da FAVO, il 26.4, mira ad agevolare la fruizione del diritto previsto nella norma a tutela dei lavoratori con handicap grave o fragilità per motivi di salute, la cui astensione dal lavoro, fino a fine aprile, potrà essere equiparata al ricovero ospedaliero. Le due categorie di lavoratori in questione sono le persone con handicap grave e le persone con patologia cronica, o immunodepressione o esiti da patologie oncologiche o in terapie salvavita e condizioni tali da farle ritenere persone con necessità di isolamento o altri rischi potenziali di malattie e misure profilattiche. Per questa seconda categoria di persone fragili è richiesta una certificazione che attesti la condizione di salute considerata fattore di rischio per il contagio da COVID-19. Nell’emendamento, per rendere più chiaro e semplice il procedimento, è indicato che dette condizioni siano attestate dai medici che normalmente certificano la malattia.
Inoltre, l’emendamento indica che anche questo tipo assenze non si computano ai fini del periodo di comporto, rassicurazione fondamentale per situazioni che spesso sono già al limite nell’utilizzo dei giorni di malattia.
L’approvazione di questo emendamento, si rende particolarmente necessaria in considerazione dell’aumentato rischio di contagio da COVID-19 per i malati oncologici e per tutte le persone immunodepresse (circa il 20% del totale dei decessi per Coronavirus si è registrato tra i malati di cancro). E’ oltremodo necessario incentivare la permanenza a casa di queste persone e l’allontanamento dai luoghi di lavoro, tutelando con misure aggiuntive il posto di lavoro già messo a rischio dalle ripetute assenze per visite, esami e terapie salvavita.